"Puta cu la luna te scennaru,se hoi cu inchi la utte e lu panaru". Come recita questo vecchio proverbio ,i contadini aspettavano la luna piena di gennaio per iniziare la potatura della vigna,ritenevano infatti,che favorisse in modo positivo le attività svolte in quel periodo. La potatura o "Scavaddhrare" ( come si dice in dialetto) la vigna è un lavoro molto delicato e viene effettuato da persone esperte,perchè determina la messa a frutto della pianta. Dalla potatura si ricavavano"le sarciane te sarmente",fascine di legna che venivano largamente usate per cucinare " sotta allu focalire".

Nella foto, Salvatore Giuppa (primo da sx) ,Nino De Paolis "Vatti vatti" e ...Mangia, sta scavaddhrane" una vite ad alberello,un tempo diffusissima nelle nostre campagne,soppiantata in seguito da coltivazioni a spalliera. Le foto sono state scattate da Antonio ,figlio di Salvatore,nei primi anni '70.

Commento di Cosimo Marchese : Scavaddrare non é la potarura vera e propria ma la fase preparatoria, cioé la selezione delle sermenti (le piú robuste) da lasciare per la prossima stagione. Di norma santa Lucia, il 13 dicembre é l'inizio di tale fase. Dopo la befana si inizia la vera potatura, si troncano le sermenti selezionate lasciando 3 gemme é avendo cura di fare il taglio obbliquo (scannulatu) per evitare il ristagno di ghiaccio o brina.Lo scarico delle sermenti eccedenti permetteva anche il rinforzo della pianta liberata dal superfluo.

  L' impostazione vera e propria della vigna per l' anno successivo inizia già "quando se scocchiane le teste", prima selezione delle sermenti che porteranno il frutto. Normalmente se ne lasciano due per ramo "culonna" avendo cura di eliminare la prima, a salire "lu pampaluru" che é quello che darà minor frutto.

Commento di Cosimo Botrugno : quandu se zappa tornu tornu allu cippone se tice "scuncare", mentre "scavaddrare" significa cacciare li cavaddruni (i polloni) in teoria le sarmente ca nu servane. Pampaluru o cavaddrone, da qui il termine scavaddrare.

 

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